Uno spazio accogliente e solidale, L’Isola della Felicità.
Il parto de L’Isola della Felicità è stato lungo, quasi due anni di gestazione. Due film ne riassumono il percorso: “La Fabbrica di Cioccolato”, film del 2005 di Tim Burton con Johnny Depp e “Hook, Capitan Uncino”, film del 1991 di Steven Spielberg con Robin Williams.

Un giorno una grande Donna disse “non c’è bisogno di tanto, c’è bisogno di spazi”.
La frase era riferita a cosa si potesse fare per aiutare “gli altri”, dove “gli altri” poteva essere riferito a qualsiasi diversità di questo universo umano.
Quella frase fu un seme.
Correva il 2020. All’inizio l’idea era quella di costituire uno spazio, forse una Associazione, chiamandola Spazio Agape.
Àgape o Agàpe significa amore disinteressato, fraterno e smisurato. Viene utilizzato nella teologia cristiana. In tempi di bullismo, indifferenza, arrivismo e qualunquismo, parlare di Amore disinteressato è quanto di più rivoluzionario si possa fare.
Spazio. In un mondo escludente, il nostro è e sarà uno spazio accogliente, includente e solidale.
Nei mesi successivi il progetto iniziò a mutare. Il richiamo al film di Tim Burton era così forte che il nome dell’idea passò ad essere “La Fabbrica della Felicità“.
Ma la parola “fabbrica” non convinceva tante persone vicine al progetto. E così un giorno Anita Kalšek, sentendo parlare del progetto suggerì due immagini che il progetto le evocava:
L’Oasi della Felicità
L’Isola della Felicità
Furono poi le mie figlie, Viola e Melissa, a definire il nome finale, la scelta de L’Isola della Felicità.
Va però detto che in onore al seme che generò L’Isola, si è deciso comunque di mantenere vivo il nome SPAZIO AGAPE.
Spazio Agape è oggi il contenitore di due realtà sinergiche: L’Isola della Felicità S.r.l. e l’Associazione Olistica Prana Il Fior di Loto APS (associazione di promozione sociale). L’idea di Spazio è relativa alla possibilità di ospitare altre realtà con le quali condividere il proposito di migliorare questo pianeta, renderlo più accogliente nel rispetto delle diversità e fragilità oltre che nel rispetto dell’ambiente e del creato, in generale.